Ostacoli da Rimuovere
L’art.3 della costituzione come motore della democrazia
PROGRAMMA:
Ore 9.00: Sala Don Ticozzi (Lecco)
Incontro con Raffaele Mantegazza, docente di scienze pedagogiche del Dipartimento di medicina e chirurgia, Università Milano-Bicocca.
Premiazione del Concorso di scrittura Incipit con intervento di Luca Pedrazzoli, presidente della Giuria.
Proiezione video delle associazioni: Lezioni al Capo e Lo Specchio.
Ore 17.30: Villa Monastero (Varenna) Sala Fermi
Incontro dibattito con Gad Lerner – giornalista, conduttore televisivo e scrittore.
Premiazione dei vincitori del Concorso videomaker con intervento di Paola Nessi, regista Rai e presidente della Giuria.
VINCITORI INCIPIT 2019
Scuole secondarie di primo grado:
- Eleonora Tentori – Stoppani Lecco – ins. Gabriella Maratia
- Marta Guerci – ICS “M. Vitali” Bellano
- Sofia Radaelli – ICS Calolziocorte
- Riccardo Frigerio – menzione speciale – ICS Cremeno
Finalisti:
- Marica Furiosi – ICS Cremeno
- Clara Vassalli – ICS “Stoppani” Lecco
- Valentina Perego – ICS Airuno
- Allison Orlandi – ICS Cremeno
- Carolina Palma – ICS Cremeno
- Michele Fanciosti – ICS Cremeno
- Giorgia Pandiani – ICS “M. Vitali” Dervio
- Samuele Colombo – ICS “S. Pertini” Mandello del Lario
- Luca Sala – ICS Calco
- Arianna Corti – ICS “Stoppani” Lecco
- Beatrice Aveni – ICS Robbiate
- Pietro Corti – ICS “Stoppani” Lecco
- Linda Colombo – ICS Airuno
- Nikola Matic – ICS “M. Vitali” Dervio
- Deysil Pugo – ICS Calco
- Andrea Carolina Spagnolo – ICS “S. Pertini” Mandello Lario
TESTO VINCITORE:
Eleonora Tentori – Prima classificata – 12 anni – ICS Stoppani Lecco – Docente: Gabriella Maratia
La montagna scura si specchiava nel lago limpido. Le nuvole abbracciavano le vette, le quali sfioravano il cielo in un’esplosione rossa e dorata. Un’ultima pennellata e avrei finito, quando…
-Angelo!
Distolsi gli occhi dal disegno.
-Ciao, Vito. Tutto bene?
-Io sì, ma tu… Tu dovresti essere all’orfanotrofio!
-Ti ho detto mille volte che non ce la faccio a restare lì dentro più di due ore consecutive.
-Dovresti trovarti una famiglia.
Appoggiai il pennello. Un sospiro.
-Come faccio, se nessuno mi accetta? Sono un selvaggio, ecco cosa sono. Lo dicono tutti. Gli altri orfani sono visti come bambini deliziosi, mentre io come un ribelle.
Vito aprì la bocca, la richiuse, sospirò anche lui.
-Devi smetterla di comportarti così, non puoi fuggire in continuazione!
Una lacrima scese dai miei occhi chiari… corsi via. Riposi il dipinto e i colori nella valigetta.
All’orfanotrofio fanno di tutto per cercarmi una famiglia, ma nessuno mi vuole.
“Selvatico, indomabile” ripete sempre la Signora Bianchi, la direttrice. “Sceglietene un altro”.
La gente mi guarda disgustata quando esco dall’orfanotrofio per dipingere. Hanno una collezione numerosissima di pregiudizi su di me, mi chiamano…
“Il selvatico disubbidiente!”
-Mi scusi, Signora Bianchi. Sono scappato. Di nuovo.
Una veloce punizione e corro a letto.
La gente non mi capirà mai. Sono caduto nell’abisso degli stereotipi”.
-È per questo che vi chiedo di darmi una mano! Avete ascoltato il mio racconto: ho bisogno di aiuto per far tacere i pregiudizi su di me! Gli ostacoli quotidiani mi assillano; la gente qui in paese mi ignora, non mi degna di un sorriso o di un semplice sguardo, non capisce che soffro, non comprende le mie difficoltà. Sono ribelle, è vero, ma solo perché ho paura dei pregiudizi. Volete aiutarmi?
C’è un silenzio tombale. Ho raccontato la mia storia. È bastato narrare di un giorno qualsiasi. Ho colpito davvero il cuore di Angelo e Piero, suo fratello, che mi osservano. Il loro sguardo si concentra sulle mie parole, che mi escono di getto dalla bocca come l’acqua limpida che precipita da una cascata.
Angelo si alza.
-Ho un’idea.
Ora sono io che pendo dalle sue labbra.
-Tu sai dipingere.
-Me la cavo. Ho imparato copiando i quadri di Van Gogh.
-Tu sei generoso.
-Non esageriamo! Faccio soltanto ciò che posso.
-Tu sei gentile.
-Smettila, Angelo. Sono ribelle, disubbidiente e… e selvatico.
Il mio amico sorride.
-È questo il punto, Vito! Tutti ti giudicano solo in base ai tuoi difetti, mai in base ai tuoi pregi! Devi far capire al mondo che tu non sei solo un pò ribelle e disubbidiente, ma per la maggior parte sei talentuoso, generoso e gentile, a prescindere dai tuoi difetti!
Lo osservo, stupito.
-Come farò a dimostrarlo?
-Lo so io. Tu vai all’orfanotrofio e restaci. Fidati.
Sono passate due ore. Improvvisamente squilla il telefono e la Signora Bianchi corre a rispondere:
-Salve. Vuole conoscere il bambino del manifesto?! Quale manifesto? Quale bambino? Arrivo.
Io e gli altri bambini la seguiamo. C’è appeso un cartello:
VUOI ADOTTARE UN ARTISTA? QUI C’È IL BAMBINO GENTILE E GENEROSO CHE FA PER TE!
Sotto il manifesto qualcuno ha esposto il mio quadro della montagna e i miei migliori dipinti. Un uomo alto con i capelli sottili indica i quadri. Angelo e Piero mi salutano da lontano. Sono stati loro. La Signora Bianchi sbarra gli occhi e mi indica, titubante. L’uomo sorride e chiede di avvicinarmi.
-Ora hai una famiglia.
Tutti ora hanno capito che ho anche dei pregi. Adesso ho una madre e un padre, mentre Angelo e Piero sono i miei migliori amici. Voglio dire a tutti i bambini che vivono la mia esperienza:
ABBATTETE I PREGIUDIZI. AVETE TANTI PREGI, MOSTRATELI AL MONDO. CAMBIATE IL VOSTRO PUNTO DI VISTA, POTETE FARCELA.
Parola di Vito.
Motivazione: Attraverso un dialogo ben calibrato ed efficace affronta il tema della diversità con intelligente leggerezza, basando la soluzione proposta per l’abbattimento di pregiudizi e ostacoli sulla potente forza dell’amicizia e sul riconoscimento delle proprie abilità e dei propri limiti.
Scuole secondarie di secondo grado:
- Elena Battaglia – Liceo Manzoni Lecco
- Beatrice Redaelli – Istituto Bertacchi Lecco
- Miranda Galbusera – Liceo Manzoni Lecco
- Matteo Brambilla – menzione speciale – Istituto Viganò Merate
Finalisti:
- Ilaria Gilardi – IIS “Parini” Lecco
- Alice Airoldi – ISS “G. Bertacchi” Lecco
- Federica Maria Giussani – L.C. ”A. Manzoni” Lecco
- Alice Testa – L.A.” Medardo Rosso” Lecco
- Denise Matta – ISGMD Lecco
- Arianna Bartoli – I.M.A. Lecco
- Christian Galimberti – IIS “F. Viganò” Merate
- Roberto Niutta – P.A. “Fiocchi” Lecco
- Rebecca Pegorari – ISGMD Lecco
- Giorgio Riva – IIS “F. Viganò” Merate
- Gianluca Pironato – IIS “F. Viganò” Merate
- Simona Trezzi – IIS “F. Viganò” Merate
- Morgan Sangalli – IIS “F. Viganò” Merate
- Sofia Ratti – IIS “G. Bertacchi” Lecco
- Greta Rigamonti – ISGMD Lecco
- Federica Rota e Eleonora Redaelli – IIS “G. Bertacchi” Lecco
TESTO VINCITORE:
Elena Battaglia – Prima classificata – Liceo Manzoni Lecco – 14 anni – Docente : Francesco Amendolagine
Io non sono diversa…
Io non sono diversa. Non mi sento diversa. Non faccio, però, le cose che fanno gli altri. E questo in qualche modo mi rende diversa. Mi presento: mi chiamo Elena, ho 14 anni, frequento il primo anno del liceo linguistico a Lecco. Una ragazzina come tante altre, almeno credo. Non ho il ragazzo, non ho mai baciato nessuno. Quando le mie amiche ne parlano mi sento un po’ fuori dal loro mondo. Non ho mai acceso una sigaretta, ne mai provato la curiosità di fare un tiro. Forse perché se i miei genitori lo sapessero mi ucciderebbero. No, non è per questo. Semplicemente non mi va. Poi, però, se tutti fumano, ecco allora che quella fuori dal coro sono io. Discoteca il sabato sera? Ma quando mai. Faccio sci a livello agonistico. La domenica alle sette già sulle piste con il capo allenatore che urla: dai Batt sei una mozzarella, muovi quelle gambe, prendi il palo! E io giù a capofitto con il freddo che mi taglia le labbra e la voglia di farcela. Tuttavia non vinco mai. Uffa, che fatica. Gli amici? Pochi, ma buoni. I compagni di scuola, quelli che non si stancano di sentirmi dire: non ci sono, devo allenarmi, e magari provare anche a studiare. I trucchi, la minigonna… io indosso quasi sempre tuta e scarponi. Non lo so, forse si, forse sono diversa. Ma un libro non si capisce dalla copertina. Quelli sono indizi, ma poi bisogna sfogliare le pagine e imparare a leggere tra le pieghe del testo. E io vorrei mi leggessero, perché a volte mi sento in trappola. In questo tema avrei potuto inventare una storia. Parlare di razzismo o emarginazione, delle barriere architettoniche che ti impediscono di andare dove vuoi, di fare quello che vuoi. Ma le barriere spesso sono prima di tutto mentali. Non voglio trovare un protagonista a cui far raccontare qualcosa che è solo frutto della mia fantasia. La protagonista sono io, con i miei 14 anni e quello che provo quando magari la gente mi guarda e pensa che non sono alta, non sono bella e non sono speciale. Vorrei dire a queste persone che il loro giudizio non mi impedisce di vivere serenamente e fare ciò che voglio anche se sono molto indecisa sul mio futuro. Cosa farò da grande? Boh, forse il carabiniere che scia. Esiste? Non lo so, ma se è quello che voglio fare allora perché voi con i vostri sguardi mi dite che sono sogni impossibili, io non sono come voi, tutti uguali, io sono diversa. Impariamo ad apprezzare nell’altro il gesto, la gioia, la complicità, senza fermarsi al colore della pelle, al lavoro dei genitori, alla scuola che si frequenta. Chi non si omologa ha le gambe tagliate in partenza. Bene, allora sappiate che le mie gambe sono corte, ma vanno svelte in mezzo ai pali e nella vita. Ciao. Mi chiamo Elena. Eh si, forse sono diversa. Ma voi non mi impedirete mai di fare, di diventare quello che voglio. Anche se quello che voglio ancora non lo so. Ma so che voglio deciderlo da sola. Io vado avanti. Se qualcuno vuole fermarsi alle apparenze lo faccia pure, ma io a questo gioco non ci sto. Non è il mio, non è quello dei ragazzi come me. Nella mia diversità, ecco finalmente l’ho ammesso, io ci sto bene. Voi, però, per favore smettetela di mettere sassi e vetri sul mio cammino. Tanto io alla meta ci arrivo lo stesso, perché io supero tutto e nessuno riuscirà mai a fermarmi.
Motivazione: Racconto scritto con una struttura circolare che ritorna attraverso un percorso di arricchimento delle affermazioni dell’esordio. Una voce sicura su come è difficile vivere fuori dagli stereotipi; una ricerca sofferta su come si può non essere omologati e cercare la propria ricchezza individuale nella molteplicità dell’essere umani.