PREMIAZIONI INCIPIT 2018

 

 Categoria:  11 – 14 anni


1°classificato

Richard Meoli ICS

Torre dei Bus

Docente: Roberta Zaccagni

Testo:

E gli occhi si posano sui quei tetti in amianto…
Sento, percepisco una difficoltà, quasi un rifiuto a respirare.
Sei sicuramente presente nell’aria e non ti voglio respirare.
Il tuo colore, quel grigio: è proprio il colore del “memento”, il grigio del “paramento”, il paramento
che avvolge l’atmosfera delle esequie.
Ecco, hai il colore della morte, sei un vettore di morte, non ti voglio respirare.
Da te, grigio “carrozzone”, non mi voglio far trasportare.
Cerco di chiudere le mie vie respiratorie mentre con lo sguardo osservo il tuo colore.
Mentre ti osservo, grigio amianto, nella mia mente, nel mio cuore, si materializzano immagini di
pianto.
C’è un ragazzo, giovane e forte, finalmente ha un lavoro, nel Monferrato: “che buona sorte”!
Sopra le cave di amianto posa le fondamenta di una vita felice, con la propria consorte. I sogni si
rincorrono, i loro sogni e quelli di tante altre coppie, sembrano invincibili. E ti respirano. Non
badano a sacrifici, moltiplicano le forze, per rendere caldo ed accogliente il proprio “focolare”, per
preparare il loro nido che qualche tenero “angioletto” ormai è pronto ad ospitare. Il rientro a casa,
ogniddì all’imbrunire, è un festival di sorrisi, nonostante le sopracciglia più chiare. Tutta la felicità
famigliare si respira a pieni polmoni, compresa quella grigia polvere di cui sono intrisi i maglioni, i
calzoni; massì, anche i baffoni.
Le mogli e i bambini abbracciano e stringono con affetto, respirando il proprio padre e marito fino a
volerne assorbire l’anima intera.
Ma l’immagine, come la vita, corre veloce; cambia l’atmosfera.
Gli “angioletti”, quei bambini, ora sono numerosi.
Sulle guance del più piccino, lentamente, un lacrimone, ha disegnato una “chicane” nella sua
discesa fino alle labbra. Stringe forte quel braccione del suo papà, che non ha ormai più addosso
quell’impolverato maglione, bensì un candido, sottile, tremendamente freddo camice da ospedale.
Raggiunte dal lacrimone, le sue labbra si dischiudono ed il bambino esplode:
“papà…papà…perché mi muori !?”…
Grigio amianto, pericoloso amianto, le tue fibre son tanto minute che non le si vedono, ma ci sono,
son dentro l’aere, son tutt’intorno.
Grigio amianto: qualcosa si deve pur fare. Sottoterra ti dobbiamo riportare affinché altre croci non
si debba per causa tua edificare.
C’è un’altra immagine che scorre, c’è un’altra casa, un’altra storia, un’altra simile sorte!
Quell’uomo che torna dal lavoro e non riesce più a sorridere. Ad accoglierlo non più lussureggianti
rose nel giardino, non più crepitante fuoco nel camino, sull’uscio non più quel brillante, intenso e
luminoso azzurro dello sguardo della moglie. Quello sguardo era la sua vita: quell’azzurro intenso
come il cielo d’estate è ora sbiadito, opaco, più simile al grigio, al grigio amianto.
Il dolore, insopportabile, è la coscienza di aver traghettato quello sguardo verso l’oblìo, verso la
morte, portando a casa ogni giorno quel pulviscolo grigio, nei vestiti, nei capelli in cui lei tanto
amava intrufolarci entrambe le mani, in cui ci sprofondava tutta sé stessa a partire dal proprio
naso!
Ohh, amianto! Ti dobbiamo per forza sotterrare affinché fòsse per umani non si debba ancora
scavare!
Ma, dopotutto, amianto, grigio amianto, mica è solo tua la colpa di tanto dolore!
Noi umani abbiamo la cattiva abitudine di incolpare sempre qualcun altro, qualcos’altro!
Tu te ne stavi tranquillo, quieto, sottoterra; non avresti causato tante morti quasi quanto una
guerra.
Ma gli uomini lo sanno quanti guai combinano per avidità?
Mai se ne stanno fermi, cercano sempre di “grattare” qualcosa, per riempirsi le tasche: “il profitto
sopra ogni cosa!”
Comunque, grigio amianto, ti si deve sotterrare affinché altre morti tu non debba causare!

E gli uomini lo sanno, l’hanno capito che ti si deve sottoterra riportare; ma, perché, continuano ad
esitare?!
Forse perché a riportarti sottoterra si fa del bene all’umanità ma non ci si riesce a lucrare!
Ti saluto amianto, vettore di tanto pianto; non ti voglio più incrociare, voglio tornare a sentirmi
libero di respirare!

 

2°Classificato

Martina Rusconi

ICS Vitali Bellano

3°Classificato

Davide Minniti Scuola

Giovanni XXIII Galbiate

 

Menzione speciale

 

Margherita Introzzi

ICS Vitali Bellano

 

Sara De Vecchi

ICS Vitali Bellano

 

Finalisti

 

Allison Orlandi –  ICS San Giovanni Bosco TRemeno

Andrea Carolina Spagnolo – ICS Volta Mandello del Lario

Francesco Raineri – ICS Vitali Bellano

Gloria Chiara Mandelli – ICS G. Verga Cernusco Lombardone

Marco Logara – ICS Vitali Bellano

Marica Furiosi – ICS San Giovanni Bosco Cremeno

Michela Nardone – ICS Vitali Bellano

Valentinaq Zucchi – ICS Volta Mandello del Lario

Arianna Corti – Scuola Media Stoppani Lecco

Pietro Corti – Scuola Media Stoppani Lecco

Valentina Inzaghi – Scuola Media Stoppani Lecco

Maria Pia Russo – Scuola Media Stoppani Lecco

Eleonora Tentori – Scuola Media Stoppani Lecco

Alice Clotilde Bassanese – ICS Volta Mandello del Lario

Virginia Corneo – ICS Volta Mandello del Lario

 

Insegnanti

 

Giuseppina Pastore

ICS Volta Mandello del Lario

 

Gabriella Maratia

Scuola Media Stoppani

 

Federica Bertoli

ICS Volta Mandello del Lario

 

Cristina Falavena

ICS Vitali Bellano

 

Roberta Zaccagni

ICS Torre dei Busi

 

Cremeno

Cernusco Lombardone

 

Elisabetta Spreafico

Galbiate Scuola Giovanni XXIII

 

Istituti

 

 San Giovanni Bosco Cremeno

ICS Volta Mandello

Scuola Giovanni XXII Galbiate

ICS Vitali Bellano

ICS Verga Cernusco Lombardone

 ICS Torre dei Busi

Scuola Media Stoppani Lecco

 

 

 

 

Premiazione incipit 2018  Categoria:  giovani fino a 25 anni 


 

1° Classicitato

Gaia Martino

ISS  F. Viganò Merate

 

Testo:

E gli occhi si posano su quei tetti in amianto… «Se ne stanno lì, apparentemente inerti, eppure
letali, quei tetti che oggi hanno portato via mio padre Giovanni.
Sinora mi sono sempre sentito forte e non ho mai neppure considerato la morte. Del resto non mi
ero mai misurato con essa: ero intrappolato in un mondo saturo di un’abbagliante felicità,
coltivata per tutti noi da una società che grida futilità per sovrastare le voci che, invece,
meriterebbero d’essere ascoltate.
La morte non ha pietà e non porta giustizia. S’insinua indistintamente nelle nostre vite, al pari
della polvere d’amianto, il minerale prodigioso. Compie soltanto ciò che deve, a prescindere da
tutto. Così ha fatto con mio padre e con tutti gli altri, svaniti come lui senza che se ne parlasse o
che importasse a qualcuno, a eccezione dei familiari. Ciò che m’imprime un’amara sensazione di
rabbia è l’indifferenza di fronte a queste morti.
Eternit, asbesto… Allora perché quei tetti si stanno sgretolando? Perché non poter vivere senza
l’angosciante consapevolezza che tra qualche anno abbandonerò i miei cari a causa dell’arroganza
umana? Non capisco come abbiamo potuto illuderci di saper controllare un materiale da noi stessi
definito “eterno” e trovo tragicamente ironico che sia proprio questa “eternità” a ucciderci.
D’improvviso una risata nervosa mi scuote e spezza il pianto che riga il mio viso. Non è
paradossale?! Noi, uomini, noi che ci siamo sempre ritenuti la specie “eletta”.
Noi, piccoli industriosi e frenetici animali, cullati nell’illusione di governare la natura: ebbene, noi
veniamo sconfitti dalla maligna incorruttibilità di un minerale inerte che edifica una valle di morte
per i nostri simili.
Simili?! Ecco il problema: quali consideriamo essere nostri simili? Mai ho letto sui giornali
dell’importanza della questione, se non quando era già troppo tardi.
Mio padre, il mio povero papà! Appena scoperto il suo male, ha provato a spiegare, a parlare! Ha
vissuto gli ultimi anni della sua vita nella consapevolezza dell’imminente e straziante fine. E io?!
Non ho fatto altro che ignorare la situazione. Pavidamente distoglievo lo sguardo per non
rendermi conto di ciò che stavo perdendo. Mi nascondevo, semplicemente odiando questa città…
Che fare senza amianto? Senza tutto ciò che ci rende potenti, eterni, grandi? Ci fustighiamo con la
nostra stessa smania di miglioramento…
“Miglioramento”? Migliorarsi realmente dovrebbe significare affrontare le difficoltà e superarle
nella prospettiva del domani. Invece viviamo un mondo che tenta di curare piuttosto che
prevenire, preferendo il profitto immediato al rispetto degli altri e del futuro.
L’amianto è fuori produzione dal 1992, ed è ancora su migliaia di tetti. Nel 2017 si è scoperto che è
finito in molte delle ceramiche che rivestono le nostre case. Certo, finché resta intrappolato non
succede niente… ma poi?
Il pensiero ritorna a mio padre Giovanni.
Tutto in questa città ora mi ricorda lui, la sua forza, i suoi valori, le sue risate. E allora io lo farò
rivivere in questa maledetta città, partendo da questa soffitta nella quale mi rifugio, giacché mi ha
insegnato che piangere e urlare è sbagliato se porta all’inazione. Oggi, e solo oggi, mi rendo conto
che l’unico modo per uscire dalla gabbia in cui siamo confinati è ribellarsi, concepire idee al di là
dello schema comune e diffonderle là fuori. La città non si rialzerà con uno schiocco di dita e
cambiando il nostro modo di pensare i tumori non guariranno, ma forse, e dico forse, capiremo
cosa vuole realmente dire imparare dai propri errori e migliorarsi: non rimandare, non rifugiarsi

nelle soffitte, non rinunciare, ma lavorare per dare nuova forma al nostro pensiero e alla nostra
umanità.
Questa è la chiave, e benché mi costi ammettere di averla trovata solo dopo aver desiderato di
lasciarmi cadere sugli stessi tetti grigi che hanno ucciso mio padre, ora, che vi vedo rispecchiata la
mia immagine, non riesco più a odiare questa città: questa città, questo Paese, questa gente, sono
la mia storia.

2° Classificato

Laura Piola

L. Linguistico Manzoni Lecco

 

 

3°classificato

Matteo Brambilla

ISS F. Viganò Merate

 

Menzione speciale

 

Edoardo Sala

Casa degli Angeli Lecco

 

Ilaria Perego

Liceo Artistico Medardo Rosso Lecco

 

Finalisti

Carlotta Dubini – Liceo Artistico Medardo Rosso

Davide Motta – ISS F. Viganò Merate

Dorotea Colombo – Liceo Artistico Medardo Rosso

Federico Bordoli – Politecnico Lecco

Giulia Uberti – L.S.  G.B. Grassi Lecco

Morgan Sangalli – ISS F. Viganò Merate

Stefania Siracusa – Liceo Artistico Medardo Rosso

Giacomo Tozzato – L.S.  M.G. Agnisi Merate

Valentina Citterio – Università Statale Milano

Virginia Nazzari – L.S.  G.B. Grassi Lecco

Filippo Basanisi – ISS F. Viganò Merate

Hajar Aamari – Istituto Bovara Lecco

Ilaria Gilardi – Istituto serale Parini Lecco

Lorenzo Boscaglia – Istituto serale Parini Lecco

Gianluca Pironato – ISS F. Viganò Merate

Alessandra Maria Redondi – Liceo Artistico Medardo Rosso

 

Scuole

Liceo Aritstico Medardo Rosso

Istituto F. Viganò  Merate

Casa degli Angeli Lecco

L. S.  G.B. Grassi Lecco

L.L. Manzoni Lecco

L.S. G. Agnesi Merate

Istituto Bovara Lecco

Istituto serale Parini Lecco